17.3.10

dei micromiracoli e della macromeraviglia

il bello della notte è che talvolta viene giù subito, come un sipario. che neanche te ne accorgi, perché sei presa a digitare, a fare mille cazzate, telefonate, pipì, caffè, ancora una sigaretta e leggi questo e quello.
altre volte arriva lenta e ti avverte con quel sospiro, quello inconfondibile, proprio quello di jeff che prende fiato per cominciare a raccontare una roba struggente, la maledetta storia dell'amore. quasi dicesse "che fatica, ragazzi. ma ne vale sempre la pena, per cui mettetevi comodi che adesso si parte". 
quando arriva lenta come questa sera qui, questa di cui sto parlando, in pratica, succede che stacchi per un attimo gli occhi dal computer perché vedi rosa e rosso e blu. ti alzi dalla sedia e appoggi il naso alla finestra. una stella, tutta sola, sbuffa, guarda l'orologio e aspetta impaziente che spuntino le sorelle ritardatarie. il fondale del cielo cambia d'intensità come il soffitto del rossetti prima dell'inizio dello spettacolo. sfuma piano piano, scolorando dall'imbarazzo del rosso fino alla sicurezza del nero totale, bagnato da quelle microlacrime di luce che via via si fanno coraggio e si decidono ad andare in scena.
a quel punto è fatta. puoi staccare il naso dalla finestra, cambiare musica e scegliere per esempio pride, perché sei orgogliosa, questa sera. impaziente, questa sera. puoi estrarre la farina e il lievito dalla borsa della spesa e mettere alla prova la macchina del pane per la prima volta. che è arrivato il suo momento. proprio stasera, sì, che c'è qualcosa di frizzante nell'aria. qualcosa che rassicura anche il tuo essere ancestrale, il tuo essere archetipicamente e banalmente donna. e mentre la macchina comincia a fare da dio il suo lavoro - perché, quando sei così, funziona tutto alla perfezione e riesci ad asservire al tuo sorriso qualsiasi tecnologia -, puoi metterti a tagliare il pollo in tanti bocconcini, spolverarli di farina, buttarli in pentola con un po' d'olio e un secondo prima mandare un sms. quindi imbottirli di curry, canticchiare e versarci sopra del succo d'arancia rossa appena spremuta. e attendere ancora un poco. solo un altro poco. perché stasera la tecnologia ti asseconda e tu sei il direttore d'orchestra. un secondo dopo che il pollo è cotto, suona la macchina del pane, ufficializzando il fatto che quello squisito profumino era davvero sinonimo di "well done". e un secondo dopo ancora suona il campanello. quello del portone, giù a basso. 
tutto torna, stasera. 
tutto perfetto, stasera.
voilà.

5 commenti:

marcopress ha detto...

uffa, ricominciamo:)

canzoni di viaggio ha detto...

con le previsioni del tempo, dici? :)

marcopress ha detto...

stavi nascendo
http://www.youtube.com/watch?v=xpjkOqAo2rU

canzoni di viaggio ha detto...

bernacca!!! quanti ricordiiii! grande marcopress - e questa, lei m'insegna, non è una notizia... :). si sa che, per mettersi in viaggio, e per cantare di viaggio, bisogna sempre tenere sotto controllo il meteo...

marcopress ha detto...

sempre. ma quando una pioggia estiva di pesca sulla bici è un'esperienza bellissima