23.6.10

Amarcord

Non è per parlare sempre di papà. Però mi è venuta in mente una cosa, mentre rincasavo, un paio di mezzore fa, dopo una visita ai miei e un aperitivo in collina con le amiche. Un aperitivo fuori, ma dentro un tramonto con una luce quasi irripetibile, di quelle che danno un'aura speciale a un posto che sarebbe comunque magico anche con la pioggia di novembre. Insomma, rincasavo con una buona dose di delicatezza nel cuore, gongolando mentre rileggevo un messaggino proprio bello ricevuto qualche minuto prima, fatto su misura per rendere più lieve l'attesa. 
Parcheggiata pirotecnicamente la macchina in una via vicina a casa, imbocco la solita scorciatoia che fa slalom tra una manciata di palazzoni nuovi, signorili ma un po' alieni. Stile Eur, per intenderci. Da una delle siepi divisorie, potate da un amanuense, spunta la testa di un uomo, impegnato a guardare giù, sorridendo. Appena la prospettiva mi si apre davanti ai piedi, riesco a vedere che cosa sta guardando. Un bambinetto mini su una bici mini. Concentrato per cercare un equilibrio, evidentemente ancora incredulo di avere solo due ruote grandi sotto il sedere. 
Ora c'è il caschetto protettivo, d'accordo. Ci sono le ginocchiere e le "gomitiere", che i bambini, più che per una scampagnata, sembrano pronti per una partita di hokey o per il combattimento finale di Rocky. Ma è sempre lo stesso. Lo stesso di quando io avevo cinque anni e, nel giro di un pomeriggio, papà - instancabile - mi inseguì per una via di porfido fino a che non riuscii a sfrecciare in bici senza le rotelline. Sono momenti importanti, ho pensato.
Eravamo a Carignano, in vacanza dagli zii. Su quella strada antica (ora si direbbe Ztl) passavano pochissime auto, ogni tanto un motorino. Il pomeriggio, ho pensato ancora, era proprio simile a quello di oggi. Tiepido e luminosissimo. Io avevo solo un vestitino e la treccia stretta che mi faceva sempre la mamma scivolava nel vento. Non avevo nessuna armatura addosso, ma andavo lo stesso. Cadevo, inciampavo, mi arrabbiavo e ricominciavo. I pantaloni di papà erano corti come quelli di questo papà. Stesso sorriso di questo papà. Stessa soddisfazione di questo papà. 
Siamo andati avanti, stremati ma infaticabili, fino a che ce l'ho fatta. Fino al tramonto. Un tramonto con tanta poesia. Un tramonto, ho pensato, proprio come quello di oggi.

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