5.8.10

di ritorno

vista qui
che ormai si chiami via vianello non c'è dubbio. almeno per due persone. quando lei la imbocca da sola, la sera, che è già buio e non è distratta a cercare le chiavi nel tumulto della borsetta, allora succede una cosa piccola e dolcedolce. che poco prima di svoltare nel vicoletto e disarcionare la serratura occasionalmente difettosa, senza smettere di camminare, riesce a guardare oltre un portone piuttosto imponente coronato di verde. se sta col naso bene in su, tra i rami riesce a scorgere una veranda civettuola con vetri grandi e bordati di bianco deciso, là dietro, al primo piano. qualche volta, si vede la luce provenire da dentro e allora lei sa che la aspetta. altre volte la luce è spenta, ma quello che prova è un sorriso uguale, la stessa azione cerebrale proposta dal verbo riconoscere. perché può godersi la sensazione che questa volta tocchi a lei il privilegio di aspettare. perché riconosce, appunto, che quella è casa.

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